Sempre a fronte alta – Dottor Jekyll e mister Hyde

Rubrica di Paolo Rizzo

Ancora una volta, per rendere più palpabile la narrazione dei fatti che mi appresto a raccontare, faccio riferimento al passato e precisamente ad un romanzo storico di Robert Louis Stevenson dal titolo: Lo strano caso del dott Jekyl e mister Hyde.
La trama è incentrata sul tema dello sdoppiamento della personalità: un rispettabile dottore londinese, il dottor Jekyll, dopo aver sperimentato su se stesso una potente droga di sua invenzione, si trasforma nel terrificante Hyde, che incarna il lato malvagio del suo essere.
Ripensando a quanto recentemente accaduto in ambito pallonaro, ecco che mi sovviene un certo paragone!!!
Domenica scorsa, il Palermo si è recato in terra calabra, per la partita con la Cittanovese. Attestati e dimostrazione di stima nonché di promessa ospitalità si sono succedute nel tempo e dalla Calabria sono giunte manifestazioni di simpatia e di rispetto che lasciavano presagire una domenica di spettacolo e di amicizia come raramente avviene a contorno degli incontri di calcio, specie dilettantistico.

Mentre sui social, sulla pagina ufficiale della Cittanovese, veniva pubblicata una accorata lettera di benvenuto e di elogio per la Sicilia, all’esterno dello stadio ed all’interno del rettangolo di gioco venivano affissi due striscioni di benvenuto al Palermo ed ai suoi tifosi che sarebbero accorsi a vedere la partita.
Giunti alla domenica ed alle fasi dell’incontro, diciamo che il clima non è stato proprio di quelli che ci si aspettava, ma forse la concitazione della partita e l’alta posta in palio, suscitavano forse qualche forma di gelosia tra i tifosi locali e i blasonati ospiti, ma fino a qui nulla di nuovo e di strano: amici forse si, ma ad una certa distanza!!!
Stonava ancor di più quella pietra lanciata all’indirizzo di Pelagotti che a quanto pare la respingeva al mittente, nei pressi del settore a lui così ostile.
Al termine della partita un adirato presidente rossoblu, accorreva negli spogliatoi, chiedendo a gran voce giustizia, proprio per il fatto che Pelagotti aveva osato respingere la provocazione, allontanando distrattamente la stessa pietra verso gli spalti ospitanti i tifosi di casa, già vocianti ed ostili avverso la squadra rosanero, rea di aver ribaltato in suo favore le sorti dell’incontro. A poco bastavano le osservazioni fatte sul precedente lancio dell’oggetto all’indirizzo del portiere palermitano e della casuale destinazione di ritorno della suddetta pietra … finchè forse, qualcuno di buon senno, riusciva a placare gli animi ed a ristabilire quella dovuta calma in ragione di una professata ospitalità.
La mattina successiva e cioè – il lunedì – sempre nella pagina social della Cittanovese, ricompariva un messaggio di ritrovata fratellanza verso i colori rosanero ed in particolare verso i massimi dirigenti del sodalizio di viale del Fante.
Nel pomeriggio del lunedì, è uscita fuori la storia delle gommine del campo che … raccolte da Pelagotti e lanciate verso gli spalti, hanno colpito un disabile che stava dietro la porta (!!!) … così come raggiunti da insulti risulterebbero delle donne che sostavano anche loro dietro la porta (!!!), offese sempre dal portiere …
Al di là della piccolezza dell’accaduto … in pietra … – non certo riconducibile ad una lapidazione -, al di là della successiva storia delle gommine e delle parolacce (da provare … prima, da smentire eventualmente dopo), al di là del tentativo estemporaneo di chiarificazione da parte del presidente rossoblu, al di là delle minacce di denuncia da parte dello stesso presidente calabro, al di là dei cori ostili dei tifosi di casa … Ma è mai possibile che una semplice partita offenda la coerenza, fermo restando che nell’incontro di andata alcun genere di atteggiamento simile era stato riservato agli ospiti calabresi?
Da Palermo, nessuno aveva chiesto niente o pretendeva chissà cosa, né in campo né sugli spalti come giusto che sia in una sana competizione … ma allora perché sdoppiarsi così …???
Tanto per restare in tema ed in terra panormita, anche qua si registrano strani casi di paranormale attività di incoerenza … e non è una novità!!!
Dopo l’impresa di Cittanova, il gran successo ottenuto, l’allungo in classifica … la pletora di simpatizzanti rosanero si è riversata ad analizzare, osservare, sostenere, gufare … dal proprio divano in diretta televisiva dal San Siro-Meazza, dove era in programma Inter/Milan.
Quelli che fino a poche ore prima sembravano assorti nelle vicende rosanero, quelli che avevano sofferto e gioito per la ciurma di Capitan Santana, quelli che erano accorsi sulle tastiere per professare la propria fede e beatitudine circa l’esito in quel di Calabria, ora fremevano per il sostegno alla strisciata di turno, o alla gufata contraria, visto che in palio c’era la momentanea vetta della classifica. Centominuti di angoscia, di ansia, di frenesia in onore della seconda maglia di appartenenza, del secondo amore in cuore, del secondo pensiero sportivo fisso nell’anima!!!
Incoerenza diffusa e contagiosa che naturalmente non ha avuto fine al termine dell’incontro ma si è protratta anche al giorno successivo – lo stesso lunedì di Cittanova – con ampi ed animati dibattiti, in ufficio, al bar per strada, in difesa ora di questa ora di quella strisciata …

Eppure i tifosi – o meglio simpatizzanti, perché non è rispettoso accumunarli tutti nella stessa categoria – erano sempre quelli, sempre gli stessi …
Al posto di esortare ed esultare delle gesta della squadra rosanero,… eccoli sbrodolarsi ed esaltarsi per i loro mercenari strapagati, eccoli litigare su chi merita lo scudetto su chi condiziona le partite in virtù di una atavica tradizione provincialistica e sottomissoria …
Senza scomodare lo strano caso del dott. Jekyl e mister Hyde, oseremmo dire che anche Pirandello c’azzeccò con i suoi scritti dal titolo “Uno, nessuno e centomila”, quando doveva parlare di noi siciliani …. E come dar torto o non ricordare anche a “Tanino u ghiacciularu” che ogni domenica, vedendo simil gente arrivare in massa allo stadio, gli ribolle il sangue e non può trattenersi dall’urlare il suo storico grido di battaglia … Facciuola … Facciuola … Facciola all’arancia !!!

Paolo Rizzo

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