Sempre a fronte alta – Se questo è… un tifoso!!!

Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera il cibo caldo e visi amici.
Considerate se questo è un uomo che lavora nel fango che non conosce pace che lotta per mezzo pane che muore per un si o per un no… (Primo Levi).

Chiedendo venia all’ illustre poeta ed ai suoi innumerevoli estimatori e studiosi, quest’oggi mi sia consentito parafrasare una sua nota poesia, per tirar fuori quello che è oggi, lo reale stato d’animo del tifoso di calcio (ma anche di basket, volley, rugby o chesso’ io…).
Già, perché, …il tifoso… quello che sicuramente era l’indiscusso protagonista dello spettacolo in campo, deve necessariamente, ed obbligatoriamente, stare a casa.
Mentre la pandemia di Covid 19, richiedeva ed imponeva, misure drastiche per limitare ulteriori contagi, il tifoso, veniva così escluso dalla partecipazione agli eventi, in ogni qual dove si svolgessero, lasciando così deserti i gradoni di stadi, palazzetti, autodromi…
Al di là della sacrosanta e corretta gestione di questa privazione, oggi, la voglia di raccontare quello che sta accadendo al tifoso, è giustificata proprio dall’eccezionalità del momento, che il mondo sta vivendo.
Lo sport, dopo un break momentaneo, per ovvi motivi economici, ha riacceso i motori e con esso le dispute dei campionati, delle gare, dei confronti…
Contemporaneamente, si sono riaccesi i dibattiti in televisione, si sono tornate a riempire di inchiostro le pagine dei giornali, sono ricominciate le diatribe sui social in difesa ora dell’una, ora dell’altra squadra… ma lui… il tifoso… ha continuato il suo silenzioso isolamento ed allontanamento da quelli che ha sempre considerato “i gradoni che prolungano la sua vita, verso il campo…”
Ed allora capita che la settimana scorra in maniera meccanica, senza più quella frenesia dell’attesa, senza più quella curiosità della conoscenza, senza più quella scossa del risultato…
Alla vigilia delle partite... il tifoso… arriva completamente impreparato, perché comunque sa di non poter partecipare, alla gioia ed al dolore della sua fede sportiva, perché sa che comunque vada, si ritroverà distante dal profumo dell’erba, dall’emozione del vivere l’evento, dall’assaporare la birra al chiosco o il caffè borghetti sulle scale, o il ghiacciolo all’arancia sotto la pensillina
Il tifoso… non vive per essere confinato su di un divano, il tifoso non vive per assistere all’evento in televisione,… il tifoso non ama farsi raccontare le storie delle partite,…. il tifoso non può stare senza emozioni in diretta…, il tifoso ama essere presente, ama essere sul posto per scambiare con il vicino di gradoni, quelle sensazioni che non puoi descrivere… ama essere presente non per apparire, piuttosto per vivere in simbiosi con il rimbalzo di un pallone o con lo sventolare di una bandiera… il tifoso trasforma una partita (la sua partita) in un film d’azione dove la colonna sonora, se l’è ripassata per tutti i sette giorni della settimana…
Oggi quello che accade è ben diverso… questa distanza lo porta quasi a dimenticare l’evento e finanche il risultato della partita o la classifica del campionato…
I fatti che accadono in quello che erra il suo mondo, non gli interessano, perché quello che si sta disputando non è più suo, non è più parte integrante della sua vita, del suo universo, della sua passione…
Il fiato del tifoso è capace di giungere sino in campo e di ritornare indietro misto ad un aroma di erba e di battaglia, di gloria e di amore… ma da lontano non è più cosi e non potrebbe essere diversamente…
Questo è quello che sta accadendo … è ancora più triste e tenebroso, perché non è capito, non è spiegabile, non è, forse, neanche ragionevole…
Ma il tifoso… che vive di passioni, amore e libertà, c’è abituato a non essere compreso bensì contrastato, a non ricevere pacche sulle spalle piuttosto sberleffi e critiche, a non essere aiutato, ma anzi ostacolato ….
In attesa di un domani diverso e migliore, in attesa di un ritorno alle sue abitudini ed alle sue emozioni, in attesa di una normalizzazione nello sport e fuori… oggi, il tifoso nostalgicamente vive di ricordi e cerca sostegno solo in coloro che nascono già sapendo di essere diversi e per certi versi migliori.
Per ora,… se potete… non chiamatelo tifoso… pechè quello che è sopravvissuto non gli somiglia neanche…


Paolo Rizzo

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