Sempre a fronte alta – Il calcio di periferia

Rubrica di Paolo Rizzo

Che quest’anno fosse dura per tutti lo si sapeva fin dall’inizio ma, la cosa non era chiara per tutti.
Cosa ne potevano sapere i tifosi da tastiera o da poltrona, che significasse girare i quartieri e non le città, di viaggiare verso paesi e non città metropolitane, di giocare in campi sportivi e non in stadi coperti e ventilati, di squadre sconosciute pure negli almanacchi delle figurine panini …
E già … loro abituati a tifare Palermo ma a seguire le strisciate, loro nati con un cuore a metà, loro tristi per la juvemilaninter… e strafottenti delle vicende del Palermo, loro pronti a criticare tutto e tutti in casa rosa e poi sempre pronti ad inginocchiarsi dinanzi al Del Piero, al Ronaldo o al chissà “cazzo chi” di turno …
E già … che ne sapevano loro di come era andata a finire, tanto loro hanno la strisciata su sky, il commento sulla gazzetta dello sport e le interviste sulla domenica sportiva …
E tutto sommato non gliene importava proprio nulla di quello che stava per succedere e di quello che sarebbe stato vissuto …
Poi ci sono i giovani, divenuti tifosi all’ultimo momento … quelli che sono abituati alla microcar ed all’SH nuovo fiammante, … quelli che nascono e vivono con la puzza sotto il naso e che quando gli parli del Palermo si lasciano convincere solo se nella comitiva di amici si va allo stadio per fare casino, … quelli che studiano (molto poco per la verità) l’inglese e l’informatica, bene che vada in una scuola privata e neanche sanno dove sta Dublino, Sidney o Bogotà, … loro che mentre fanno lo sciopero per l’ambientalismo s’illudono che le loro scarpe in pelle siano state fatte dalla cicogna in volo con il ciripà …
I vecchi lupi di mare che navigano con la mappa degli stadi sotto braccio e che di calcio ne sanno più della treccani, guardavano questo popolo di dilettanti, ben sapendo di cosa li aspettava … ma nessuno gli credeva ed anzi non gliene importava proprio nulla …
Il Palermo ha iniziato alla grande e l’operazione rinascita ha suscitato simpatia e curiosità favorendo trasferte di massa e tifo a volontà, ma giacché le sorti sono cambiate incontrando biancaneve o biancavilla chissà, ecco che il popolo dei miscredenti ha subito vacillato, recitando il rosario del malessere e della viltà, criticando tutto e tutti senza distinzione, tanto a levare ed a buttare ci siamo.
Impassibili, i ragazzi di Pergolizzi, hanno ripreso a macinare punti e kilometri, ma loro, … i nefandi pessimisti coronati, … hanno subito trovato spunto di polemica e di criticità … puntando questa volta forte, sulla dirette tv o meglio sulla piattaforma digitale selezionata da Paparesta per racimolare più che quattrini ulteriore pubblicità.
Questa maledetta Eleven Sports, che con quattro mezzi e quattro tecnici (e forse due commentatori), ha messo in piedi un passatempo da dilettanti, quali quelli che adesso – volenti o nolenti – sono i baldi rosanero, aldilà del blasone, della storia e delle potenzialità.
Il concetto basilare che il Palermo oggi gioca in serie D, è una squadra dilettantistica a tutti gli effetti ed attorno ad essa, ruota una realtà dilettantistica che domani forse sarà professionistica, ma di tempo ne passerà, non viene proprio accettato.
Chi si aspettava la Var per controllare l’azione, il drone a centrocampo per le riprese acrobatiche, Tosatti, Di Canio o Boban in compagnia di Ilaria D’Amico o Diletta Leotta a cosce all’aria … beh continua a far finta di non capire … D’altra parte con cinquanta euro all’anno, concessi alle Eleven Sports … sarebbe anche assurdo pretendere chissàcchè … ma insistere è il loro mestiere.
Ed allora mail, twett, lettere di protesta, di indignazione contro tutti e tutto….
Già che ci siamo è giusto dare un accenno anche alle gite domenicali … che presto creeranno altro spunto di discussione e lamentela …
Fino ad ora il Palermo ed i suoi tifosi sono stati ben accolti, abbracci e fiori, ma non sempre sarà così e le pietre sibileranno insieme ai dovuti insulti, figli di un agonismo e di un campalinismo che accompagna il rotolare del pallone dall’oratorio al mondiale di calcio in Svizzera o in America.
In serie A ti scortano e ti controllano, in quarta serie non è così e la testa piuttosto che il culo te lo devi parare da solo.
A chi si lamenta di dover fare la fila per ritirare l’abbonamento piuttosto che la maglietta d’ordinanza, a chi non sta bene l’inno piuttosto che il disegno sulla maglia … sarebbe bene cambiare strada perché il Palermo, questo come quello del passato e del futuro, è di chi ci crede, di chi lo ama e non c’è spazio e tempo per le cazzate da bar … o da taverna che è più genuina.
La rinascita della squadra ha stimolato un senso di protezionismo in chi ci ha sempre creduto e sperato che fa a pugni con il ritornello dell’avevo detto io o l’avevi detto tu …    
L’obiettivo è quello di risalire la china ad ogni costo velocemente ed ogni ostacolo va superato senza esitazione e senza inutili soste … Di questo passo veloce, ne beneficeranno pure i cultori del nulla e della perfezione dall’alto della loro critica acida e questo forse li dovrebbe convincere a remare nella stessa direzione dei veri tifosi rosa … ma senza impegno perché tanto farne a meno di questi compagni di viaggio sarà un pensiero in meno per tutti.
Paolo Rizzo

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