Sempre a fronte alta – Venti di primavera

Rubrica di Paolo Rizzo

Con l’arrivo della primavera, fioriscono le idee e non sempre ci sono germogli da coltivare…

Il panorama degli spalti calcistici non ha fornito grandi spunti di riflessione e pertanto la discussione odierna si focalizzerà su quelli che meritano realmente un approfondimento particolare.

Partiamo da Cagliari.

Durante la disputa, venerdì sera scorso, di Cagliari – Fiorentina, un tifoso sardo si accascia sugli spalti, vittima di un malore. Immediati partono i soccorsi e sui gradoni serpeggia una certa trepidazione. Dal settore ospiti, dove si ritrovano i tifosi viola, parte qualche coro stupido attinente quello che s’intuisce stia accadendo dirimpetto a loro, sino a quando alto si ode il coro …”devi morire”..rivolto proprio a chi in quei tragici momenti, per morire lo sta per davvero. Il destino beffardo ed avverso, cinico e macabro, fa si che quel tifoso da lì a qualche momento, cessi di vivere e chiaramente i tifosi ospiti diventano bersaglio di fischi ed offese da parte di tutto il resto dello stadio che condannano proprio questo modo insulso di manifestare la propria antipatia nei confronti dei tifosi avversari.

La protesta e lo sdegno, si trasferiscono sui social e la tifoseria gigliata, diventa il bersaglio di un po’ tutto il panorama ultras d’Italia che, nel gesto compiuto, sottolineano la mancanza di rispetto e di lealtà, obbligatoria anche in presenza del più acerrimo nemico, che soggiace per terra. Viene tirato in ballo il codice d’onore e c’è il rischio che i fiorentini si attirino le ire di tutti gli stadi che visiteranno.

A questo punto esce un comunicato della Curva Fiesole che parla di tragico equivoco, di eccesso di adrenalina nel momento sbagliato, di esagerato moralismo in considerazione della legge del nudo confronto che vige sugli spalti e comunque sottolinea la mancanza di premeditazione, verso un gesto che loro stessi ritengono completamente fuori luogo e che accade sfortunatamente nel momento meno opportuno.

Insomma un episodio brutto che si poteva e doveva evitare in virtù proprio di quei richiamati codici di lealtà e di rispetto che dovrebbero quotidianamente vigere tanto negli stadi quanto nell’intero universo animato…

Ma forse non è più così o …peggio ancora non lo è mai completamente stato.

Un grande gesto, comunque, lo compie il fratello del tifoso sardo deceduto, che dopo un paio di giorni, affida ai mass media un messaggio di distensione e di comprensione verso questa forma di abberrazione che comunque non è stata la causa certo della morte…Insomma un tendere la mano, in maniera cordiale, pacata e sensibile, da parte dei diretti interessati verso la tifoseria fiorentina, in un momento in cui la polemica avrebbe ancora di più attizzato il focolaio dell’odio e della ritorsione.

Cambiando luogo, soggetti e predicati, ci trasferiamo in Campania.

A Salerno è in atto una battaglia senza tregua contro i vertici societari giudicati rei di non sapere amministrare la gestione della locale squadra. Insomma l’ennesimo scontro tra tifoseria e dirigenza che continua a contrapporre anzicchè riunire i tifosi alla squadra in virtù di un percorso che dovrebbe essere comune per il raggiungimento di un obiettivo unitario. Ed invece a Salerno, come a Terni, a Foggia come a Napoli, a Roma come a Torino, lo scenario è sempre lo stesso ed alla fine a rimetterci sono sempre i tifosi e la loro voglia di passione e di tifo che non sempre, serve a salvare ed a preservare la propria squadra dal baratro che addirittura ha significato la cancellazione di piazze gloriose e storiche come Bari, Parma, Vicenza…. Evidentemente le esperienze del passato e degli altri, non servono a niente ed a nessuno e tali “avventurieri del pallone” finiscono sempre con il farla franca.

Ancora un salto per l’Italia.

A Milano si è svolto il derby tra Milan ed Inter che, grazie al caro biglietti ed all’eccezionale partecipazione dei tifosi sugli spalti, ha fatto registrare un incasso di 5,7 milioni di euro più qualche spicciolo che rappresenta il record assoluto di incasso per le partite di campionato svolte nell’italico stivalone.

Sugli spalti gremiti, è andato in scena il solito copione di colori, cori , tifo e passione che sono stati ancor di più evidenziati dalle splendide cooreografie messe in atto dalle rispettive curve.

A tal proposito giova sottolineare come quella di sponda interista sia stata messa in atto nel ricordo di Daniele Belardinelli, l’ultras varesino, scomparso in occasione degli scontri tra tifosi avvenuti prima della partita Inter – Napoli.

Questa stessa cooreografie era stata in un primo momento vietata dagli addetti di P.S. e soltanto grazie all’intervento direttamente di Matteo Salvini, nella qualità di Ministro dell’interno, è stata successivamente autorizzata.

Ovviamente questa mossa diplomatica da parte del ministro, si spera possa far riprendere quel dialogo di distensione tra le parti ( Ultras / forze dell’ordine) bruscamente interrottosi proprio in occasione delle cariche sin dentro i pullman effettuate dalla celere avverso i bergamaschi di ritorno da Firenze.

Alla fine sugli spalti del San Siro Meazza si è potuto celebrare il ricordo del tifoso e l’intero universo televisivo ha potuto ammirare la bravura delle maestranze delle due tifoserie, mentre nulla è stato segnalato sotto il profilo del disturbo all’ordine pubblico.

Per la cronaca spicciola, si segnala la denuncia avvenuta a carico di 17 tifosi romanisti, che, in occasione del match di Ferrara, contro la Spal si sono fatti sorprendere con il possesso di armi improprie e oggetti atti ad offendere, che in verità sono stati abbondantemente utilizzati da altri gruppi di supporter di avverse fazioni, che hanno voluto scambiarsi coccole ed affettuosità in giro per la città.

Ben altra storia ha avuto il derby greco tra Panathinaikos e Olympiakos che è stato sospeso definitivamnete al 70° minuto per ripetute invasioni di campo, scontri tra i tifosi e le forze dell’ordine, mentre fioccavano in campo e sugli spalti bengala e lacrimogeni ed acre era l’odore degli incendi appiccati per bruciare le rispettive pezze e bandiere. Un inferno di fuoco ed una battaglia campale che però trae le sue origini anche dalla situazione politica dell’intera nazione greca, non più stabile e sicura.

Per oggi è tutto e colgo l’occasione per rinnovare l’appuntamento con questa rubrica, dopo la sosta dei campionati, in occasione delle partite delle nazionali europee.

Paolo Rizzo

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