Sempre a fronte alta – Ragionandoci sopra…

Rubrica di Paolo Rizzo

 

Il governo italiano per tentare di mettere un freno alle scorribande da stadio , ha inasprito le pene a carico dei facinorosi che si rendano colpevoli di azioni violente nel corso di eventi sportivi, aumentando le sanzioni o meglio inasprendo i provvedimenti già in atto da qualche anno. Oggi, i recidivi, rischiano fino a 12 anni di daspo nonché sanzioni penali più incisive rispetto al passato ed in più delle multe da pagare senza sconti.

Quelle che ai più è sembrata una risposta dal mondo politico ad una situazione che in taluni casi è sfuggita di mano, è stata giudicata invece come una svista, nel senso che ciò che accade negli stadi ha radici più profonde rispetto ad uno scontro di piazza per ragioni sportive e di questo ci si ostina a non voler parlare.

Tra l’altro, i rimedi a cui si fa ricorso come al solito sono di natura radicale, e talune decisioni sono state soluzioni peggiori della causa.

E’ da ritenersi paradossale infatti il somministrare multe e diffide per taluni accadimenti marginali – lancio di palline di carta in campo, contestazioni verbali a giocatori o dirigenti, occupare il proprio posto in piedi anzicchè seduto – assoggettando a delle discutibili regole tutti gli spettatori presenti ad un evento.

Ma quello che deve altresì far riflettere è che tale tipo di modello autartico è stato preso ad esempio anche per altro genere di situazioni extra-sportive generando ulteriori paradossi: il daspo per occupazione di suolo pubblico, per invasione ed utilizzo di spazi pubblici ivi comprese le fontane, etc…Nella convinzione di avere sperimentato un modello perfetto…lo si fa sfilare in tutte le occasioni…

Il tutto dove, chi di dovere, non si interroga sul fatto che chi commette una rapina, o uno stupro rimane in libertà o chi compie un omicidio si becca una pena di 5 anni di galera…

In Italia d’altronde è ben difficile discutere serenamente e la contrapposzione tra le varie scuole di pensiero ha raggiunto livelli altissimi anche tra le istituzioni che vengono sempre più messe in discussione dal popolo.

Alle continue contrapposizioni verbali alimentate dal proliferare dei social media, si associa in continazione uno scontro anche fisico in ogni dove ( e certe scene le abbiamo viste anche in tv durante le sedute del …parlamento) che fin troppo spesso assume delle vesti “sportive” che invece non hanno ragione di essere indossate.

Eppure in taluni campi regge l’impunità a dimostrazione che il giudizio o la pena da somministrare trovi applicazione soltanto in ambiti “popolari” e non possa mai varcare mai taluni confini…In parole povere se ti scontri in piazza con la sciarpa al collo ti arresto, se fai a pugni in un aula di parlamento ti giustifico….Se rubi la spesa ti fai il carcere, se campi di mazzette o t’intaschi il denaro pubblico ti giustifico…

In cotal situazione è bene che tutti – a cominciare dagli Ultras – diano una sterzata ai loro progetti, il che non significherebbe necessariamente cancellare i propri ideali ma adeguarsi a quella che è una situazione che rischia di travolgere tutto e tutti.

Rispondere a delle provocazioni o a delle ingiustizie con altre provocazioni o con atteggiamenti di aperta rottura ha già nel passato provocato ampie perdite e numerosi danni che non è facile riparare e sopratutto non ha generato vittorie di nessun tipo anzi con il tempo l’inasprirsi del clima ha causato anche come si diceva prima delle situazioni surreali dove ignari spettatori sono diventate le vittime sacrificali di una platea in cerca di un capro espiatorio a tutti i costi.

Quanto detto sembrerebbe quasi una bestemmia in ambito Ultras dove vige un ferreo codice di onore, ma qualche segnale in tal senso lo hanno lanciato a Milano – sponda Milan – con un incontro ravvicinato con l’On.le Salvini, e con lo stesso Diabolik – leader degli Irriducibili Lazio, che, secondo fonti giornalistiche, ha richiesto pubblicamente una salvaguardia dei vecchi valori e dei vecchi soggetti, (sotto forma di amnistia) per mettere un freno all’improvvisazione che vide nelle nuove leve che avanzano e che non si possono controllare.

Oggi, questo tiro al bersaglio, contro chi si ostina ad avanzare in prima fila ha colpito tutte le Curve senza distinzione di sorta e sostanzialmente non ha risolto alcun genere di problema di ordine pubblico, ma casomai ha contribuito a svuotare gli stadi e ad alimentare sospetti verso la sua stessa gestione, condivisi dalla stessa opinione pubblica che sino a ieri vedeva negli Ultras l’unico pericolo avvistabile.

La crisi del movimento ultras italiano è evidente e va ben oltre agli sbandierati cori o alle false professioni di rispetto ed appartenenza.

Se non si correrà ai ripari con nuove iniezioni di vitalità, ben presto, qualcuno, degli Ultras, ne celebrerà la definitiva scomparsa.

Sempre a fronte alta

 

Paolo Rizzo

 

 

 

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