Sempre a fronte alta-Acque agitate

Un detto comune in Sicilia, quando le cose si mettono al peggio recita...”stamu pirdiennu a rutta”!

In sintesi,  è quello che  parrebbe accadere oggi, dalle parti di viale del fante, dove la delusione per i risultati mancati, sta generando una reazione a catena che sta chiamando in causa tutti…

I tifosi accusano la società, la società accusa i giornalisti, i giocatori accusano il coronavirus, i dirigenti si accusano tra di loro, l’allenatore accusa il destino… detto in parole povere è un “casino” comunque lo si guardi.

Come in ogni squadra, il collante che tiene unito un gruppo è sempre il risultato positivo ottenuto sul campo e siccome proprio a Palermo, comincia a prendere forma la delusione per un anno buttato all’aria, si sta perdendo pure la serenità per ragionare, senza causare ulteriori danni.

E’ chiaro che una squadra che non vince genera malcontenti anche all’interno dello spogliatoio, specie se alcuni giocatori si ritrovano ai margini della squadra e non scendono in campo neanche nelle partite …”amichevoli”!!! Accade in tutte le squadre e se non si interviene subito e nella maniera adeguata, la frattura all’interno dello stesso spogliatoio diventa insanabile.

Ricordando che ogni giocatore è prim’ancora un essere umano è intuibile capire che lo spirito di rivalsa per il suo poco impiego, alla lunga, potrebbe sfociare in una rivolta contro l’allenatore.

A sua volta, la mancanza di risultati, è chiaro che genera delle analisi da parte dello stesso mister, che non volendo o non potendo cambiare giocatori, sperimenta magari nuovi moduli di gioco e nuove tattiche da applicare che non sempre sortiscono l’effetto sperato, almeno nel breve periodo. Anche perché non è detto che il suo dire si incroci con il capire degli altri, in ragione anche di una duttilità di adattamento a frequenti cambiamenti, il più delle volte genera solo confusione.

Delle frizioni dirigenziali, abbiamo già discusso in un recente passato concludendo che la cosa incredibile non era stata quella del “come mai avessero divorziato, ma casomai, del come mai avessero a suo tempo, convolato a nozze”. E’ chiaro che anche questa mancanza di unità potrebbe aver generato una confusione tale da annebbiare la vista, da chi guarda dall’esterno ( e forse anche dall’interno) sugli obiettivi da raggiungere, sulle tempistiche da attuare e sui progetti da realizzare.

La critica, da qualsiasi parte arrivi, quando i risultati non arrivano è facile da innescare da qualsiasi fonte e per qualsiasi pretesto. E’ chiaro che infastidiscono ancor di più chi li riceve ed è già sotto pressione per la gestione della situazione, ma ciò non vuol dire che la stesse osservazioni poste, siano illecite o ingiuste. Giova ricordare che nel rispetto del ruolo altrui e nell’osservanza delle regole di educazione e di civile convivenza, ognuno può esprimere le proprie opinioni ed aprire un dibattito pubblico che magari sia da sprone per risolvere i problemi o per comprendere le cause del deficit ( in questo caso sportivo) in atto.

Anche se la critica a volte non è sempre obiettiva, se può sembrare ossessiva o strumentale, diciamo che va sempre quanto meno ascoltata e a libera scelta, replicata con le adeguate argomentazioni.

Riassumendo quanto sin qui premesso, anche non volendo pedissequamente riferirlo all’amato Palermo calcio, vuole essere una chiave di lettura per ancora una volta fare chiarezza nei confronti di una tifoseria che sta patendo oltremodo la lontananza dalla squadra, in virtù di questo esilio pandemico senza fine.

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