Sempre a fronte alta-Così è se vi pare…

A distanza di qualche mese, dall’avvio di questo campionato, che vede il Palermo scendere in campo nei vuoti stadi della serie C, sorge spontanea una riflessione.

Senza volere urlare chissà quale rabbia da tifoso e delusione da cittadino, l’analisi spontanea che ne viene fuori, nel volere giudicare le vicende cuoiate di Boscaglia e c. non può che basarsi sui risultati altalenanti che provengono dal campo.

Tali risultati, sono chiaramente figli di una modulazione di squadra,  sicuramente non adeguata alla vittoria finale in campionato, piuttosto ad un’onorevole piazzamento, in attesa di tempi migliori e futuri.

Dire questo, d’altronde, conferma la tesi societaria degli attuali dirigenti, nella quale la parola d’ordine è tranquillità, proprio perché la promozione, in categoria superiore, non rappresenta una priorità da inseguire ad ogni costo, per questo anno (almeno solo per questo si spera).

La squadra è stata costruita al risparmio, aldilà delle vicende pandemiche in corso, proprio perché l’obiettivo della dirigenza è un altro e cioè quello di crescere basandosi su fondamenta solide ed in grado di attirare investimenti futuri, da parte di chi verrà in seguito.

Eh già…anche il fatto che il Palermo sia sempre pronto ad essere messo in vendita non è un altro segreto da nascondere. L’attuale assetto societario si è preso l’onere di rifondare la società, ma ha detto a chiare lettere di non avere né le possibilità né le volontà di proseguire a lungo questa avventura, attendendo il momento giusto per ricavare un giusto profitto ed un adeguato ricambio che garantisca magari chissà quali traguardi sportivi.

Ecco quindi che l’obiettivo immediato dell’attuale società non è quello di investire sul parco giocatori per tentare chissà quale risultato sportivo, piuttosto di creare quelle infrastrutture che stanno alla base della crescita, in una città dove l’impiantistica sportiva è un vaccino non in vendita.

L’attuale proprietà ha così deciso di investire nella realizzazione di un  proprio centro sportivo con un duplice obiettivo: 1) avere finalmente degli spazi adeguati dove ospitare tutta l’attività sportiva del team rosanero, dalle giovanili alla prima squadra; 2) avere un capitale su cui fondare le proprie richieste economiche in vista di una quotazione per la vendita del pacchetto azionario.

Il progetto del centro sportivo, sbandierato per anni interi dalle precedenti gestioni, oggi sembrerebbe prendere forma in quel di Torretta, con la prevista realizzazione di campi, foresteria, palestra, area ristoro. Un progetto che probabilmente verrà realizzato per step successivi considerato il lavoro da fare e gli investimenti da approntare. Da quasi subito, si partirà con l’adeguamento e la gestione dello stadio comunale di Torretta, per poi pian piano realizzare 2/3 campi a supporto nelle immediate vicinanze che fungeranno da momentaneo campo base proprio per la prima squadra e per i più grandicelli del settore giovanile. Il successivo passo sarà quello di realizzare ulteriori campi e relative infrastrutture a supporto, su quella immensa area già acquisita, sempre a ridosso dello stesso stadio comunale. Sui tempi di realizzazione del progetto definitivo, gravano le pastoie burocratiche legate all’arrivo dei finanziamenti pubblici ( in primis del Coni), ma c’è da scommettere che una volta partiti i lavori, non subiranno ulteriori frenate, non foss’altro perché sennò come dovrebbero arrivare i nuovi padroni della società?

Anche su questo aspetto nessun segreto…Senza soldi messa non se ne canta. Quindi la società ha compiuto e compirà i primi passi di tasca propria, ma l’attuazione del progetto definitivo è subordinato ai finanziamenti che dovranno arrivare ed in relazione del loro quantitativo, si potrà attuare il progetto o per intero o per stralci. Nessun scandalo…così fan tutti ( direbbe Tinto Brass ) o quasi.

E’ chiaro che avere una struttura come un centro sportivo all’avanguardia equivale a vincere uno scudetto perché consente la programmazione sportiva ad alti livelli ed al contempo accresce il valore della società che non dipende più dai gol di Saraniti o di Lucca, piuttosto dal vivaio delle giovanili che ogni giorno si può tenere sotto osservazione, senza sperare in prestiti dell’ultima ora o in svincoli dell’ultima giornata!!!

A questo punto sorge spontanea una domanda.

Ma il tifoso cosa deve sperare, cosa deve aspettare, cosa deve fare nel frattempo che si avverino questi sogni di gloria lontano dai campi???

Eh già, perché proprio lui, il tifoso rosanero, sa che deve accontentarsi di una competitività sportiva  limitata, il che significa galleggiare in serie C chissà per quanti anni…deve sperare che i soldi pubblici diventino presto privati per consentire alla sua società di realizzare il centro sportivo…deve augurarsi che comunque ci sia sempre un magnate straniero o italiano poco importa che abbia voglia di innamorarsi più che del colore dei soldi, del colore di una maglia che non conosce …deve avventurarsi nella solita dialettica pungente e dissacratoria degli stessi palermitani, che, ad ora di pallone, hanno sempre preferito nordiche dominazioni, per tentare di difendere un progetto che in fondo non ha granchè capito e condiviso…insomma, il tifoso deve assistere alla solita lotteria dove già in partenza sa che non potrà vincere, ma alla quale rimane legato da sempre e per sempre, perché figlia di una passione e di un amore difficile da capire, spiegare, tramandare.

Così è se vi pare…(Pirandello Docet).

Paolo Rizzo

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