Ulisse…dove sei?

“…Finchè il giorno splendea, tessea la tela / Superba, e poi la distessea la notte…” 

(Canto secondo, Odissea)

Tutti, chi più chi meno, abbiamo sentito parlare di Omero, dell’Odissea e delle avventure di Ulisse che, terminata la guerra di Troia, impiega ben 10 anni per tornare a casa, dovendo affrontare tutti gli ostacoli che gli dei, invidiosi della sua astuzia, gli pongono lungo il cammino.

Molti avranno sentito parlare anche della moglie, Penelope, che nell’instancabile attesa del marito, si trovò circondata da decine di corteggiatori, i proci, che l’annoiavano dalla mattina alla sera per sapere chi fosse fra loro il preferito per sposarla. Per prendere tempo la furba Penelope rispondeva sempre che non avrebbe scelto se prima non avesse finito di tessere una tela come omaggio al defunto padre di Ulisse. E perché quella tela non venisse mai terminata, ne tesseva poca di giorno per poi disfarla durante la notte, fiduciosa che il marito sarebbe prima o poi arrivato a salvarla da questi fastidiosi pretendenti.

E dopo 10 lunghi anni di attesa finalmente Ulisse torna a casa, cacciando gli invasori.

Lo so, adesso vi state chiedendo: che c’entra questa storia con la nostra passione per il Palermo? Beh…se ci pensate un po’, qualche analogia c’è.

La nostra furba Penelope è Zamparini che, a detta sua, attende impazientemente la persona giusta, il suo Ulisse, per cedere la società e per garantire continuità ad un progetto che negli ultimi anni ha decisamente ridimensionato e far tornare grande il Palermo. I proci sono questi fantomatici compratori che, sempre a detta del patron, non forniscono delle garanzie sufficienti, o producono addirittura documenti falsi nel tentativo di conquistare il “cuore” ($£€) di Penelope/Zamparini, che per respingerne gli attacchi di “giorno” tesse, dichiarando di essere ad un passo dal closing, e di “notte” disfa la tela, rilasciando dichiarazioni al fine di azzerare la credibilità del pretendente di turno.

E noi tifosi? Noi siamo lettori e protagonisti involontari di questa storia, con una piccola ma sostanziale differenza: quella che si sta scrivendo in questi ultimi giorni a Palermo più che i connotati di un poema epico, che narra gesta ed imprese, sta assumendo quelli di una commedia (per gli occhi di chi guarda da fuori) o di una tragedia (per noi che oltre al cuore ci mettiamo anche il fegato e, se non bastasse, qualche altro organo).

E sinceramente non vediamo l’ora che la fine di questi “10 anni” sia dietro l’angolo e che la nave del nostro Ulisse faccia capolino dal mare alle spalle di Monte Pellegrino. Nel frattempo non ci resta che sperare e chiederci: Ulisse…dove sei?

 

“ Come in una pianura quattro cavalli,
spinti dai colpi di frusta,
tutti insieme balzano in alto e compiono in fretta il loro cammino,
così balzava in alto la poppa della nave,
e dietro di lei si gonfiavano le grandi onde scure del mare risonante.
E quella correva avanti sicura:
neppure un falco, che è il più veloce degli uccelli,
avrebbe potuto raggiungerla ” 

 

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