Un..due..tre..tutti giù per terra

In latino aequilibrium è un termine che scaturisce da un’immagine quotidiana e suggestiva: sui due piatti della bilancia sono posti pesi uguali, e quindi si trovano in equilibrio.
L’equilibrio in biologia è la capacità di percepire e adattare il movimento del corpo rispetto alla forza di gravità e altre forze esterne.
Ecco, questo Palermo non ha equilibrio.
Questo Palermo, Idealmente posto sopra una bilancia, denota degli squilibri che nascono all’interno delle proprie forze. Quando si risveglia Brunori, si addormenta Gomes, quando acquisisce personalità Mathieu, si smarrisce Marconi, quando si impone Verre, si smonta Saric.
Una squadra, quella rosanero, che durante il corso del campionato si è smarrita spesso nei momenti topici della sua stagione e quando sembrava aver assunto un assetto stabile, ecco che riesce a non vincere per mesi interi.
Gli acquisti di gennaio, hanno dotato l’organico di una notevole forza in più rispetto all’inizio di campionato, ma alla fine gli errori da zero in pagella sono continuati ad essere determinanti per il conseguimento di ambiti traguardi.
Vero è che l’obiettivo di inizio campionato era quello di mantenere la categoria, ma ai più, è sembrato che il colpaccio di tentare la sorte del doppio salto di categoria attraverso i play-off, non fosse impresa impossibile…ed invece quando la squadra doveva accelerare, ha piantato freno specie negli ultimi due mesi, che poi sono quelli decisivi per le sorti di ogni squadra.
Pur non dimenticando che gli infortuni ad Elia, Stulac ed in ultimo Di Mariano hanno forse scombussolato i piani tattici di Capitan Corini, è doveroso riconoscere che la scusa non regge fino in fondo, considerato che non sono mancate le alternative in panchina e che un po’ tutte le squadre ogni settimana contano assenze pesanti nelle formazioni da schierare in campo.
Dinanzi ad un Frosinone che fila come un treno, un Genoa compatto in ogni reparto, un Cagliari florido di volponi, un Parma costruito con investimenti costosi, una Reggina consolidatasi nel tempo, il Palermo non ha mai sfigurato e questo rende ancora più grande il rammarico di non averci creduto sino alla fine, sopperendo ai momenti di smarrimento con una dose di grinta e di concentrazione maggiore.
Aldilà della matematica, che offre spunti di riflessione più elastici, obiettivo di questo finale di campionato torna essere la conquista di una tranquilla salvezza, si da garantire una permanenza nella categoria, magari cominciando a studiare veramente il bilancio di questa stagione e programmando per tempo le mosse future, dove sicuramente i programmi dovranno essere più ambiziosi non foss’altro per le capacità di questa società e per le potenzialità di questa città.
Il futuro andrà costruito con anticipo e con una dimostrazione di forza che vada aldilà dei compromessi con l’ambiente circostante che non perde occasione per dimostrarsi ostile – leggasi lo schiaffo della esclusione di Palermo quale sede dei futuri Europei di calcio. Questa ultima, rappresenta ennesima dimostrazione di come si sanno compattare i poteri forti quando c’è in ballo il denaro, quando c’è da accentuare ogni favoritismo in barba a qualunque regola, quando c’è da difendere una cricca che si esalta sulle disgrazie altri e ne provoca il declino.
Ancora una volta sono venuti fuori bilanci truccati e farlocchi mentre al Palermo, ( ma anche alle consorelle minori) per molto meno, sono state affibbiate due radiazioni…
Ripensando a quanto subito dalla gloriosa icona rosanero, fa ancora più rabbia pensare che i primi sostenitori degli strisciati colori siano gli stessi conterranei che il lunedì al bar sanno solo schiumare rabbia o gioia per la loro vera squadra e ragione di vita calcistica…
Anche questa è storia ed è proprio per questo che aldilà di qualsiasi risultato, l’appartenenza, la fede, il sostegno ai propri colori non deve mai essere messo in discussione da un rigore sbagliato o da una frittata spadellata a centro area…
Ci sta la rabbia, la delusione, la stanchezza…per ogni tifoso, specie per quello che non conosce sosta, categoria o distanza pur di seguire l’amato Palermo, ma NOI SIAMO IL PALERMO e dobbiamo sempre ripartire, perché non siamo nati per vincere ma per lottare senza paura e senza quella vergogna che appartiene ad altri.

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