Sempre a fronte alta- La solitudine dei guerrieri

In ogni battaglia, che si vinca o che si perda, alla fine c’è sempre un momento che chi ha combattuto, rimane assorto nei suoi pensieri, mentre il nastro di ciò che accaduto e che accadrà si riavvolge lentamente. Proprio in quei momenti, il guerriero si accorge di essere da solo e di volere restare da solo.
L’amato Palermo, in questo inizio di campionato sta offrendo il peggio di se, in uno stillicidio di delusioni ed amarezze che stanno veramente impensierendo i suoi impavidi tifosi. E quando si parla di impavidi tifosi ci si riverisce esclusivamente a quelli che macinano km, affrontano spese, prendono acqua, vento e accessori vari, senza mai perdere l’abitudine di andare allo stadio, non certo ai poeti da tastiera, che fanno della polemica a distanza, dell’ironia malsana e del giudizio ipocrita e infame, l’arma migliore.
Il Palermo in campo contro il Venezia si è mostrato ben poca roba, nonostante avesse di fronte l’ultima in classifica che non vinceva da tempo immemorabile. Eppure con il trascorrere dei minuti Brunori e compagni si sono rassegnati quasi a questa loro ennesima involuzione verso il peggio di se stessi.
Così come già da tempo evidenziato, ieri come in passato, la squadra ha mostrato limiti e difetti che non possono prescindere da un assetto tattico approssimativo e incerto che deriva evidentemente da una guida tecnica non esente da colpe.
Vero è che sarà un anno di transizione per il nuovo assetto societario, vero è che il tempo per plasmare una squadra ci vuole, ma è altrettanto vero che vedere certe esibizioni è stucchevole e pericoloso.
La classifica langue e l’aver perso almeno già tre scontri diretti con le probabile concorrenti per non retrocedere ( Cosenza, Venezia, Sud Tirol ) è ancor più pericoloso se si pensa al girone di ritorno.
Tutti adesso guardano al mercato di riparazione quale ancora di salvezza, considerato che non saranno di certo le risorse economiche a frenare questa società nel rinforzare l’organico, ma l’ostinazione a non cambiare guida tecnica, potrebbe vanificare anche gli eventuali nuovi acquisti e rinforzi che dir si spera.
Il calcio è della gente, il calcio è spettacolo, il calcio è divertimento e questo a Palermo non c’è più. Assistere ad una partita del Palermo, indipendentemente dal risultato finale è diventato un passatempo che si trascina via zeppo di mugugni e di insofferenze. Le critiche sovrastano gli elogi e sempre più spettatori non arrivano neanche a vedersi la partita per intero per evitare che impeti di rabbia e delusione li sovrastino.
Aspettare una dimissione da parte del mister è come continuare a sperare di vincere al superenalotto, quindi a questo punto che sia la società a prendere una decisione in tempi immediati che riporti la serenità tra gli stessi tifosi, oggi tormentati da cattivi presagi.
Vedere Brunori che sbaglia due rigori consecutivi ( forse tre, considerato che la ribattuta di ieri, sbagliata sotto porta è molto più di un rigore tirato dagli undici metri) , osservare il declino di gente come Stulac, Saric, Soleri, Damiani, constatare che la difesa fa acqua da tutte le parti, considerare Broh titolare inamovibile anche nelle partite casalinghe dove costruire il proprio gioco è ben diverso da distruggere quello avversario….è un controsenso e chi non se ne accorge ( o fa finta di non accorgersene) è complice di uno sfascio che non ha futuro.
Un’ultima chiosa la dedichiamo proprio a quegli impavidi guerrieri che sono l’anima portante della passione e del tifo per il Palermo: la Curva Nord, il popolare lato Mondello. Dopo una breve pausa, vissuta nella precedente partita casalinga, con un tifo incessante e massiccio, la stessa Curva Nord ha ripreso a cantare in modalità bi-tonale in un contesto di ennesima confusione che di certo non gli rende giustizia…eppure si prosegue su questa strada!!!
Beh a questo punto…immaginate bene cosa sta pensando quel guerriero che si lecca le ferite delle sconfitte e si rende ben conto di aver combattuto una guerra persa in partenza….mentre ancora c’è chi si nasconde dietro la sorte avversa o la malizia di un arbitro incompetente.

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