Sempre a fronte alta- Gira la ruota

Fine settimana movimentato nel mondo pallonaro e non basterebbero paroloni e poesie, per potere descrivere quello che effettivamente è successo, sotto il profilo psicologico ed emotivo.
Cominciamo da Catania e finiamo a Palermo, passando per Roma.
A Catania il calcio è scomparso, come era già accaduto a Palermo e questo per colpa di ciarlatani e mistificatori che hanno ingannato migliaia di tifosi, una città ed un intero sistema. Dopo due anni di mala-gestio, iniziata con la caduta dell’impero Pulvirenti, proseguita con la gestione squinternata della Sigi e la farsa dell’idea Mancini…il calcio a Catania ha visto calare il suo sipario, nella maniera più ingloriosa possibile e cioè durante il campionato di serie C, che si appresta appunto a emettere i suoi verdetti, figli dei risultati ottenuti sul campo da ben altre 17 società.
Di questa fine ingloriosa ad orologeria, ne erano coscienti tutti e proprio da questa rubrica settimanale, avevo più volte stigmatizzato l’atteggiamnento della lega calcio, che ignorando la realtà, aveva iscritto i rossoazzurri per ben due anni consecutivi, nonostante non ce ne fossero le condizioni economiche.
Il vero ragionamento quindi va fatto non perché il Catania sia fallito, bensì perché sia stato tenuto vivo, in queste condizioni.
In barba alle stringenti ( o burlesche) regole di controllo e di verifica, la lega calcio, ha concesso deroghe su deroghe, per poi aspettare che fosse un tribunale civile ad assumersi l’onere di proclamare il fallimento della società…
Lo stesso “tribunale tifoso”, ha lasciato che il tempo scorresse e scivolasse via per mesi interi, quando già, almeno da Natale, si sapesse bene che non si sarebbe potuto proseguire.
Quello accaduto in questi mesi, nel tentativo di salvare la matricola sportiva della città etnea ha dell’inverosimile…Collette, aste, prestiti, rinunce….nulla è bastato a fermare l’avanzata di una scomparsa ormai scritta…e ciò sulla pelle degli stessi tifosi che hanno accompagnato la squadra sia in casa che in trasferta, addirittura agognando il sogno dei play-off da raggiungere sul campo. Tifosi, ricordiamo bene, che si erano compiaciuti della scomparsa del Palermo, qualche anno addietro, celebrandone il funerale sportivo, in virtù di un campanilismo e di una rivalità mai placata, mai nascosta e mai negata, né dall’una né dall’altra parte.
Nel giro della ruota, oggi sono gli elefantini a versare lacrime, così come in precedenza erano stati gli aquilotti, ma anche i messinesi, i licatesi, i siracusani, gli agrigentini, i trapanesi….a conferma che è tutta la Sicilia a non reggere neanche il peso di una rinascita e di una conferma sportiva, seppur, talvolta sovvenzionata da imprenditori venuti da fuori ( Zampariti docet ).
Il Catania quindi ripartirà dai dilettanti, avendo perso sostanzialmente due anni per rifondarsi del tutto e per oggi essere già pronto a ripartire…ed invece si è preferito nascondere la polvere sotto il tappeto, magari festeggiando un derby, piuttosto che, ancora, un gol da centrocampo di dieci o vent’anni fa…
La scomparsa del Catania è la sconfitta del calcio, dello sport in Sicilia e degli ideali di quei tifosi, che aldilà delle bandiere, ancora credono in questa disciplina.
Rivolgendo lo sguardo ai fatti panormiti, si brinda al successo di Monopoli in virtù di una continuità di risultati che finalmente è stata confermata, con una pioggia di gol ed una messe di punti.
La scalata in classifica è sotto gli occhi di tutti e chissà se alla fine i gol di “mitraglia Brunori” non servano a conquistare un difficilissimo secondo posto, veramente importante in virtù del rush finale dei play-off.
A Monopoli, la banda del DJ Baldini, ha suonato una marcia trionfale, senza accentuare gli acuti, piuttosto con una condotta di gara essenziale e proficua che gli ha consentito di segnare due gol e di non subire alcun pericolo offensivo da parte avversaria.
La squadra è apparsa più determinata del solito ed un tantino più tranquilla delle precedenti volte, in virtù forse della consapevolezza della posta in palio, che non consente più né frenate, né recuperi.
Il piazzamento finale adesso dipenderà anche dai risultati delle altre squadre quali Avellino e Catanzaro, ma anche da una trasferta in quel di Bari che sarà una battaglia sotto tutti i profili, nonostante l’ormai definitivo approdo dei galletti in serie B.
Ancora una volta, anche in terra pugliese, il seguito ed il supporto dei tifosi rosanero alla squadra, non mancherà ma dovrà essere proprio la banda del DJ Baldini a suonare la carica finale.
Ed a proposito dei tifosi al seguito, c’è da dire che la costanza e la determinazione degli Ultras, sta raccogliendo i frutti sperati, con un piazzamento della squadra tra le primissime posizioni. Loro, gli Ultras, hanno lottato da soli, contro tutto e contro tutti, ma non hanno mai mollato di un centimetro, macinando km e sfidando la sorte e la fatica, pur di essere presenti ovunque e comunque. Speriamo che almeno in queste partite dei play-off, chi è rimasto comodamente seduto sul divano, magari a criticare, si decida a collaborare per serrare i ranghi ed infoltire le file…Oggi il Palermo ha bisogno di tutto e di tutti, senza se e senza ma.
Oramai la frenesia dell’attesa è cominciata e ci sarà soltanto da aspettare ogni singolo evento con la convinzione di potere anche riuscire ad abbandonare “questa maledetta categoria”.
La chiosa finale la dedichiamo a chi, tra i componenti dello staff giallorosso ( sponda Roma) ha inteso sbeffeggiare i giocatori della Salernitana, che stavano dando l’anima in campo, durante la partita di ieri che vedeva appunto contrapposta la Roma alla Salernitana. Nella concitazione di un risultato da ribaltare, nella frenesia di un obiettivo da raggiungere, nell’agonismo dei minuti che scorrono velocemente, nella rabbia di vedere l’avversario che si batte nonostante tutto…., dalla panchina giallorossa, non hanno lesinato offese e sbeffeggiamenti alla volta della squadra granata, ormai prossima alla retrocessione. Tutte cose già accadute in centinaia di altri campi, in migliaia di altre occasioni simili e comunque capibili e scusabili con la trance agonistica che in certi momenti, in ogni dove ed in ogni caso, rende più simili alla bestie che agli uomini ….
Beh senza volere puntare il dito su nessuno e senza volere scandalizzarsi in virtù di un falso perbenismo da verginelle…diciamo che la migliore risposta l’hanno data quei diecimila salernitani , che per quasi un intero campionato, hanno voluto accompagnare la squadra in ogni stadio, ben conoscendo la fine sportiva che li avrebbe aspettati al termine del campionato, che, comunque, per la Salerno sportiva, rappresenta la storia. I loro canti e la loro presenza, di certo non subiranno alcuna retrocessione e questo non glielo potrà togliere nessuno mai.

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