Sempre a fronte alta- Paura di crescere
La sindrome di Peter Pan, scientificamente chiamata neotenia psichica, è quella situazione psicologica in cui si trova una persona che si rifiuta o è incapace di crescere, di diventare adulta e di assumersi delle responsabilità. La sindrome è una condizione psicologica patologica in cui un soggetto rifiuta di operare nel mondo “degli adulti” in quanto lo ritiene ostile e si rifugia in comportamenti e in regole comportamentali tipiche della fanciullezza. (wikipedia 21 marzo 2022).
In questa situazione, nonostante tutto, si sono ritrovati, troppo spesso, i giocatori del Palermo. E questo nonostante si siano alternati, nel numero, nei personaggi, nelle categorie…
E’ incredibile da credere o da spiegare, ma all’ombra del Pellegrino, certi atteggiamenti, certe incomprensioni, certe figuracce, sono quasi un rito immancabile, nella quotidiana vita pallonara.
Attualmente, ad esempio, non è bastato un nuovo allenatore, un mental coach o lo Spirito Santo, per fare cambiare atteggiamento ai quasi trenta mutandoni rosanero…
Ogni qualvolta sembrava che il problema si stesse risolvendo… puntualmente si è fatto qualche passo indietro.
Il tutto mentre le partite si perdono, il campionato avanza e gli obiettivi sfumano.
Aldilà della pochezza finanziaria della società, degli errori dell’allenatore o dei dirigenti, degli errori umani commessi sul campo dagli stessi giocatori, manca la mentalità vincente, manca di mettere gli attributi sul campo ( …magari è comprensibile, perché ognuno ha solo quelli e mica se li può fare calpestare da chicchessia !!!!), manca sempre un soldo per fare un denaro.
Questa volta, però, a dirlo chiaramente non sono i tifosi che, con cori o ritornelli vari l’hanno gridato in ogni dove, ma è lo stesso allenatore ad essersi stancato.
Dopo l’ennesima figura degna dei tg di Emilio Fede, il nostro caro DJ Baldini, è infatti esploso fragorosamente.
Le avvisaglie di tale malessere, c’erano state già subito dopo la partita con l’Andria, allorquando, il mister, aveva detto chiaramente che certi atteggiamenti mostrati da qualche giocatore, avevano determinato negativamente gioco e risultato.
La cosa quindi non si doveva ripetere. Ed invece, in terra lucana, gli avvertimenti dell’allenatore, sono stati vanificati da una prestazione che per settanta minuti è stata irritante.
Dopo la partita di Potenza, quindi, lo stesso prode Silvio, ha rincarato la dose, puntando il dito chiaramente su chi rema contro, su chi si lamenta quando non gioca e quando scende in campo fa figure da niente, su chi non onora la maglia a sufficienza ed esce dal campo senza grondare sudore.
Un atteggiamento grave, che sconfessa la natura professionistica dei giocatori e li assimila a dei profittatori senza scrupoli, che deridono la passione e i sacrifici dei tifosi, specie quelli che non conoscono mai ostacoli e soste, viaggiano al seguito della squadra in ogni occasione, con qualsiasi tempo e senza badare a spese e rischi vari.
Chi segue questa rubrica e conosce il mio personale pensiero, sa bene che oggi, non stiamo scrivendo nessuna novità e non c’è sorpresa o stupore di questo stato di fatto, proprio perché non siamo mai stati teneri con gli adulti che giocano a fare i bambini.
Casomai, c’è rabbia per non essere stati creduti ed ascoltati nel tempo, tanto da arrivare sul finire di questo ennesimo campionato, con il rischio dell’ennesima occasione perduta.
Purtroppo , ci ritroviamo a ribadire un concetto chiave di tutti i successi e cioè che in seno ad un qualsiasi progetto, ognuno deve avere un suo ruolo e lo deve rispettare e far rispettare agli altri.
In ambito calcistico, deve esserci una società, che anche nei suoi limiti economici, deve saper costruire una formazione da schierare in campo; deve esserci una squadra che segue il suo allenatore e non lesini sforzi per conquistare il risultato, al contempo deve esserci un allenatore che sappia usare il bastone e la carota, e ne capisca di calcio e di preparazione atletica; deve esserci una stampa che vigili sui fatti, sia obiettiva nel giudizio ed informi i tifosi correttamente ; infine, deve esserci una tifoseria, che non vada a braccetto con nessuno degli altri precedenti soggetti citati.
Quando c’è confusione di ruoli, il caos, è la prima cosa che scaturisce e conseguentemente se ne pagano le risultanze.
Non avendo la possibilità di dilungarsi oltremodo, è bene concludere questa disamina proponendo, senza giri di parole, un tentativo risolutorio dei problemi evidenziati, giusto per non parlare a vanvera.
In questo finale di campionato, forse in gran parte compromesso, si può ancora tentare di raggiungere l’obiettivo della promozione, che in termini futuristici significherebbe tanto, non ultimo anche quello di evitare possibili problemi di iscrizione.
L’imperativo ( senza ruote di scorta) deve essere quello di serrare i ranghi e combattere uniti, senza risparmio di energie. Ogni partita deve trasformarsi in una battaglia sportiva che duri oltre il novantesimo minuto.
Si abbia, al contempo, il coraggio di isolare i riottosi, di estirpare il marciume, di non transigere in alcun modo e di tentarci sino alla fine.
Tutto questo, senza fare “scruscio” e senza perdere tempo.
La strada dei play off, sarà lunga ed estenuante, forse impossibile da superare, ma che nessuna resa arrivi prima della fine, per colpa di una indecisione di troppo o di un traditore della causa.
Per il futuro…qualunque sia la società, chiunque sia il mister, in ogni categoria ci si ritrovi…chi ha sbagliato paghi senza pietà.
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